In via Toledo, nel cuore di Napoli, è nato un luogo unico nel suo genere: il Museo della Tradizione Enogastronomica, uno spazio che unisce ristorante, museo e galleria d’arte del cibo in un’esperienza immersiva che celebra le radici culinarie della città e del territorio campano. A raccontare l’innovativo progetto sono i due fondatori, Luigi Lamberti e Diego Minutaglio, che hanno trasformato un’idea visionaria in un gioiello di cultura e gusto.
“Il cibo, per noi, è un’opera bandistica: non ci limitiamo a servire un piatto, ma vogliamo raccontare la storia, la tradizione, l’identità che ci sono dietro”, spiega Luigi Lamberti a FoodPress. “A Napoli, il cibo è un elemento trasversale che tocca il cinema di Totò, il teatro di De Filippo, il rito del caffè. Non vogliamo dare regole fisse, ma raccontare le tradizioni, perché ogni famiglia napoletana custodisce i propri segreti, come nella pasta e patate della nonna che non sarà mai uguale a quella di un’altra.”

Il museo si sviluppa su tre piani: il primo, già inaugurato, ospita il ristorante e parte dell’esposizione; entro settembre aprirà una vera “strada museale” ispirata alla forma ellittica del Teatro San Carlo, con 600 metri quadri di botteghe ricostruite, complete di bottegai in abiti d’epoca pronti a far rivivere antichi mestieri e sapori. Ci sarà anche un palco semovibile per spettacoli musicali, dai suoni della tradizione alle nuove tendenze partenopee. “Vogliamo che il museo diventi un luogo d’incontro culturale, dove tradizione e innovazione si confrontano e si fondono”, sottolinea Lamberti.






Diego Minutaglio, ideatore del progetto, descrive la “galleria d’arte del cibo” come il cuore pulsante dell’esperienza: “Oltre a essere un ristorante, sarà uno spazio espositivo che ogni mese ospiterà realtà gastronomiche diverse: un po’ come avviene nelle gallerie d’arte, oggi ospitiamo un ristorante del Beneventano, domani uno del Cilento, con i loro prodotti, staff, storie. Così il napoletano potrà scoprire piatti e tradizioni senza allontanarsi dalla città.”
Il museo, partito ufficialmente nel dicembre 2023, conta già 80 coperti. L’obiettivo, spiegano i fondatori, non è solo far sedere i clienti a tavola, ma anche creare un ponte tra le eccellenze note e i piccoli produttori locali, offrendo loro visibilità e nuove opportunità. “La nostra più grande soddisfazione – racconta Minutaio – è quando un piccolo produttore riesce ad ampliare la sua attività perché affiancato a un brand noto. Qui tutto quello che si gusta si può anche acquistare, dando vita a un circuito virtuoso di promozione.”
Tra i partner ci sono importanti marchi napoletani come Maurizio Marinella, che realizzerà le tendine delle botteghe con le sue celebri fantasie, e Ferrarelle. “Il nostro sogno – conclude Minutaglio – è portare nel cuore di Napoli le storie dei piatti e dei prodotti meno conosciuti, facendo sì che ogni portata diventi un racconto vivo delle tradizioni.”
Il Museo della Tradizione Enogastronomica non è solo un ristorante, ma un viaggio attraverso la memoria, l’identità e l’arte del cibo, dove la storia diventa esperienza, e la tradizione si rinnova giorno dopo giorno.